Malattia di Alzheimer

La neurogenesi dell’ippocampo adulto è abbondante nei soggetti neurologicamente sani e diminuisce drasticamente nei pazienti con malattia di Alzheimer.
Nat Med. 2019 Mar 25. doi: 10.1038/s41591-019-0375-9
Moreno-Jiménez EP, Flor-García M, Terreros-Roncal J, Rábano A, Cafini F, Pallas-Bazarra N, Ávila J, Llorens-Martín M.

 

Malattia di Alzheimer

Malattia di Alzheimer

L’ippocampo è una delle aree del cervello più colpite nella malattia di Alzheimer (AD) ed è normalmente una zona che provvede al corretto funzionamento della memoria e dell’orientamento spaziale.
Inoltre, questa struttura ospita uno dei fenomeni più singolari del cervello dei mammiferi adulti, vale a dire l’aggiunta di nuovi neuroni durante tutta la vita.
Fino a qualche decennio or sono si pensava che i neuroni fossero stabili in numero (cellule perenni) e che durante la vita di un essere umano non si riproducessero. I dati più recenti sembrano contraddire questa ipotesi al punto che il sistema nervoso è considerato oggi una struttura estremamente dinamica capace di modificarsi in base alle esigenze mediante la neuroplasticità, la neurogenesi e l’angiogenesi. Tutto ciò ci può spiegare la grande possibilità di recupero che spesso vediamo dopo un danno cerebrale (traumi, ictus, etc….) e che si verifica anche a distanza di anni.
Nello studio che sto citando, i ricercatori, combinando campioni di cervello umano ottenuti in condizioni strettamente controllate e metodi di elaborazione dei tessuti all’avanguardia, hanno identificato migliaia di neuroni immaturi (cioè in grado si svilupparsi) nell’ippocampo di soggetti umani neurologicamente sani fino alla nona decade di vita. In netto contrasto, il numero e la maturazione di questi neuroni diminuivano progressivamente con l’avanzare della malattia di Alzheimer. Questa dimostrazione di una compromissione della neurogenesi nei soggetti con Alzheimer potrebbe essere un meccanismo estremamente rilevante dei deficit di memoria ed apre a nuove potenziali strategie terapeutiche.