Tiroide e Tiroidite

Col termine di Tiroidite vengono prese in considerazione un gruppo eterogeneo di malattie infiammatorie della tiroide che riconoscono cause diverse e alle quali corrispondono altrettante diverse manifestazioni cliniche. Si distinguono infatti:

  • Processi infiammatori con caratteristiche tipiche della flogosi caratterizzate dalla presenza di dolore nella regione anteriore del collo e febbre. La tiroidite acuta, da infezione batterica, è molto rara e rappresenta un’urgenza a volte chirurgica. La tiroidite subacuta riconosce come causa verosimilmente un’infezione virale e può determinare, nelle fasi iniziali, uno stato di ipertiroidismo.
  • Processi infiammatori, ad andamento cronico – tiroidite cronica – che decorrono senza sintomi locali e che si presentano con la comparsa di segni e sintomi dovuti alla disfunzione ghiandolare su base autoimmune. Le patologie che modificano la funzione tiroidea sono in genere infiammazioni della tiroide di tipo autoimmunitario, che vengono cioè provocate dalla formazione di anticorpi diretti contro la tiroide. Il nostro organismo produce queste particolari proteine, gli anticorpi, per combattere gli agenti esterni, come virus e batteri, che determinano malattie. E’ questa una funzione molto importante del sistema di difesa, sistema immunitario, del corpo. In alcuni casi il sistema immunitario inizia a produrre anticorpi diretti contro le normali componenti dell’organismo (autoanticorpi) che, “attaccate” dagli anticorpi, subiscono modificazioni della loro funzione. La tiroide è frequentemente oggetto dell’azione di autoanticorpi. Se questi provocano una progressiva distruzione delle cellule tiroidee ne risulta un quadro di ipotiroidismo. In altre malattie gli anticorpi stimolano la funzione tiroidea; la patologia risultante è l’ipertiroidismo.
  • Processi infiammatori con decorso, il più delle volte, autolimitante – tiroidite post partum e tiroidite silente: decorrono senza sintomi locali e si presentano con la comparsa di segni e sintomi dovuti alla fase d’esordio dell’infiammazione, caratterizzata da una condizione di ipertiroidismo transitorio (tachicardia, modesta astenia, intolleranza al caldo, insonnia, sudorazioni, irritabilità, depressione e ansia) a cui segue una seconda fase di ipotirodismo (astenia, adinamia, difficoltà alla concentrazione, deficit mnesici, stipsi, dolori muscolari e articolari) che generalmente si conclude con il ripristino della funzionalità tiroidea o, meno frequentemente, con un viraggio definitivo verso l’ipotiroidismo.

Sintomi delle tiroidite

Quando la tiroide è infiammata spesso rilascia un eccesso di ormone tiroideo, causando l’ipertiroidismo. Poi, quando non c’è più ormone tiroideo da rilasciare, l’organismo non ne ha più abbastanza, e quindi si ha l’ipotiroidismo e possono comparire

  • stanchezza,
  • aumento di peso,
  • confusione,
  • depressione,
  • pelle secca,
  • costipazione.

Altri sintomi più rari includono

  • gonfiore delle gambe,
  • dolori diffusi,
  • diminuzione della capacità di concentrazione.

In caso di danno cellulare più avanzato possono infine subentrare:

  • gonfiore intorno agli occhi,
  • bradicardia (frequenza cardiaca rallentata),
  • calo della temperatura corporea,
  • insufficienza cardiaca.

D’altra parte, se il danno alle cellule tiroidee è acuto, l’ormone tiroideo all’interno della ghiandola raggiunge il flusso sanguigno causando sintomi di tireotossicosi, molto simili a quelli di una tiroide iperattiva (ipertiroidismo):

  • perdita di peso,
  • irritabilità,
  • ansia,
  • insonnia,
  • tachicardia,
  • costante senso di fatica.

In caso di tiroidite di Hashimoto frequente è la comparsa di gozzo (aumento del volume della tiroide, spesso visibile anche esternamente), fenomeno che avviene in modo graduale.

In alcuni casi la tiroidite, in particolare quella postpartum, può essere del tutto asintomatica.

Diagnosi della tiroidite

La diagnosi, sospettata sulla base di un’attenta ricostruzione anamnestica e della obiettività clinica, è confermata dalle alterazioni di alcuni parametri di laboratorio: TSH, FT3, FT4 (espressione della funzionalità tiroidea), anticorpi anti-tireoglobulina e anticorpi anti- perossidasi.
L’ausilio dell’approccio ecografico consente di valutare i parametri morfologici ed ecostrutturali (presenza di pseudonoduli infiammatori e di noduli, disomogeneità del tessuto tiroideo).
Il riscontro di un nodulo tiroideo rende necessario escludere la presenza di un carcinoma che, sebbene relativamente raro rispetto alla elevata frequenza della patologia tiroidea benigna, può indovarsi nel contesto della tiroide. Lo studio citologico su materiale prelevato mediante agoaspirato eco-guidato permette di valutare l’aspetto delle cellule del nodulo.